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Metanizzazione del Cilento al palo i comuni interni

Non si riesce a trovare una soluzione per approvvigionare i comuni interni del c.d. gas di città.

Ad occuparsi della vicenda era stato il Senatore Francesco Castiello che con una interrogazione parlamentare del 17 luglio 2018 chiedeva all’allora Ministro dello Sviluppo Economico delucidazioni in merito alla distribuzione del metano nelle aree interne del Cilento.

La risposta all’interrogazione è però giunta solo dopo il rimpasto di governo che ha visto sostituito l’ex Ministro Luigi Di Maio in favore del neo Stefano Patuanelli. L’attuale vertice del MISE con una nota pubblicata lo scorso 10 ottobre 2019 ha fornito una risposta all’interrogazione di Castiello che però non sembra soddisfare l’opinione pubblica.

Il metanodotto che dovrebbe servire la zona secondo quanto riportato nella risposta del Ministero allo stato non sarebbe in grado di approvvigionare le aree interne stante la rinuncia alla realizzazione di alcuni lavori da parte di SNAM.

La SNAM società di trasporto e gestione delle reti di metano, avrebbe infatti rinunciato ai lavori di metanizzazione dell’area, probabilmente dopo aver classificato l’operazione come anti-economica.

Stante dunque alla mancanza un punto di consegna del metano l’area del comprensorio di Vallo della Lucania è stata derubricata da area non metanizzata ad area non metanizzabile. Quest’area ricomprende i Comuni di Ascea, Cannalonga, Casal Velino, Castelnuovo Cilento, Gioi, Montecorice, Novi Velia, Perito, Pollica, San Mauro Cilento, Stella Cilento, Sessa Cilento e Vallo della Lucania.

Il Ministero intanto ribadisce l’impegno economico messo a disposizione degli enti locali sancito nella Legge di stabilità del 2014 con il quale si riconosce una compartecipazione alle spese del 54% per la realizzazione della rete.

Tuttavia nelle aree non metanizzabili manca la conduttura ad alta pressione (70 bar) che consentirebbe l’approvvigionamento delle diramazioni di distribuzione dislocate all’interno dei comuni.

Una soluzione alternativa è stata messa in campo dal Ministero che ha previsto la realizzazione di una rete classificata come terza specie, che consentirebbe in ogni caso l’approvvigionamento dei comuni oggi non metanizzabili con capacità di trasporto inferiori.

Tuttavia le condutture di terza specie non sono state ancora progettate e rappresenterebbero una variante ai tracciati originarli del Programma Generale di Metanizzazione del Mezzogiorno di cui all’articolo 11 della legge 28 novembre 1980, n. 784.

Tali varianti, la cui presentazione è stata già autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico, consentiranno di sopperire alla mancanza del metanodotto e di alimentare tutti i citati Comuni, attraverso il prolungamento delle condotte in acciaio (massima pressione di esercizio 12 bar).

I progetti di variante, in fase di stesura finale, dovranno essere presentati entro la fine del 2019 o al più tardi entro l’inizio del 2020, al fine di consentirne l’esame e l’approvazione da parte del MISE.

In tal proposito ricordiamo che, ai sensi dell’art. 1, comma 319 della citata legge di stabilità 2014, la concessione di contributi in conto capitale è stata autorizzata per un importo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2014 al 2020.

Si attende dunque la presentazione dei progetti che i comuni oggi non metanizzabili dovranno presentare al più tardi entro il 2020 per beneficiare del contributo di compartecipazione del 54% che non potrà superare in ogni caso il valore complessivo di 20 milioni di euro per il 2019 e di ulteriori 20 milioni di euro per il 2020.

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