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La Chirurgia dalle antiche ma innovative tecniche della Scuola Medica Salernitana alle più recenti modalità d’intervento

 “La Chirurgia… Dalla Scuola Medica Salernitana agli attuali traguardi”. E’ questo il tema di un’intensa giornata di studio, confronto e dibattito in programma DOMANI sabato 21 aprile presso la Sala conferenze dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, in via Santi Martiri Salernitani 31, su iniziativa dello stesso Ordine, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, l’Università degli Studi di Salerno, l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia d’urgenza e delle urgenze differite dell’Azienda ospedaliera.

 Il programma prevede una parte introduttiva e due sessioni di lavoro. Nella parte introduttiva, dopo i saluti del presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, dottor Giovanni D’Angelo, interverranno il dottor Giuseppe Longo Direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, il professor Mario Capunzo Direttore del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria dell’Università degli Studi di Salerno, il dottor Bruno Ravera Presidente del Centro Studi Eutopia, il Magnifico Rettore dell’Ateneo salernitano, professore Aurelio Tommasetti.

 La prima delle due sessioni di discussione, moderata dal dottore Pasquale Ardimento e dal professore Vincenzo Pilone, sarà introdotta da una lectio magistralis del professore Gennaro Rispoli sul tema “Magistri et Cerusici”. A seguire quattro relazioni: “Le frontiere della Chirurgia salernitana”, svolta dal dottore Giuseppe Lauriello; “La chirurgia di emergenza nel Medioevo”, tenuta dal dottore Giuseppe De Nicola; “La Scuola Medica Salernitana: i Chirurghi”, del dottore Giuseppe Ferrantino; “Aspetti della terapia medico – chirurgica attraverso i Maestri del Corpus della Scuola Medica Salernitana”, del dottor Arturo Armone Caruso.

 La seconda sessione sarà moderata dai professori Ettore Cassandro e Alessandro Puzziello e sarà articolata su cinque interventi. Tre di essi getteranno un ponte tra le tecniche chirurgiche che furono messe a punto dalla Scuola Medica e le moderne modalità di intervento: “Dalla trapanazione del cranio alla NeuroNavigazione”, del professor Giorgio Iaconetta; “Dalla circolazione extracorporea al bypass aorto-coronarico mininvasivo”, del dottor Severino Iesu: “Dal Regimen Sanitatis all’attuale Ortopedia”, del dottor Andrea Sinno. Le ultime due relazioni inquadreranno altrettanti aspetti fondamentali delle professioni sanitarie, stabilendo importanti paralleli con il passato. Sarà così per “La responsabilità professionale. Dal passato al futuro”, sulla quale relazionerà il professore Antonello Crisci, ma anche per “La farmacologia nella Scuola Medica Salernitana: tradizione e modernità”, tema dell’intervento della dottoressa Simona Pisanti.

In conclusione della seconda sessione, il dottore Bruno Ravera presenterà il volume “La Scuola Medica Salernitana e la sua Chirurgia”, scritto dal dottor Giuseppe Lauriello.

La Scuola Medica Salernitana ha avuto l’indiscutibile merito storico di sottrarre la Chirurgia al degrado di mestiere per stregoni o rozzi praticanti, innalzandola al rango di arte e scienza grazie a Maestri come Ruggiero di Frugardo Rolando di Parma, la cui opera fece scuola negli anni bui del Medioevo. Essi trattarono della manualità operatoria nell’alveo della medicina supportata da precisi principi dottrinari e dettami tecnici di alta professionalità.

Alcuni dei metodi di Ruggiero sono ancora usati dalla chirurgia moderna: per esempio, nell’intervento di ernia si utilizza quella che è chiamata “posizione di Trendelenburg” o “posizione anti-shock”, in cui si fa sdraiare il paziente con i piedi più in alto rispetto alla testa; ma anche il metodo che il grande medico medievale indica per suturare l’intestino è quello che viene usato nelle moderne sale operatorie. Anche se tecniche e pratiche sono oggi largamente superate, la Scuola Medica Salernitana si caratterizzò per uno straordinario spirito d’innovazione, che di fatto anticipava il futuro.

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